Non potevo lasciarmi scappare questa occasione: Meet in Cucina, un congresso dedicato alla cucina abruzzese con i nomi più illustri dell’alta cucina regionale, artigiani , produttori di olio e vino, di salumi e di formaggi d’eccezione.
La location perfetta per ospitare il folto pubblico è stata la Camera di Commercio di Chieti, gremita di tanti giovani delle scuole alberghiere del circondario oltre che giornalisti ed esperti del settore food.
Ad aprire le danze è stato il nome più illustre della cucina abruzzese nonché chef patron di uno dei 9 ristoranti italiani detentori di tre stelle michelin: Niko Romito.
Non era in gran forma, sembrava avesse la febbre … infatti niente show cooking ma comunque ha tenuto banco con un’interessante discorso su i suoi progetti legati alla panificazione. I suo scopo è quello di utilizzare esclusivamente grani antichi e autoctoni come Solina e Saragolla perché si sente molto legato alla memoria e alla tradizione.
Ci parla poi del suo nuovo locale a Roma, Spazio Pane, dove il pane fa da padrone e del grande progetto di aprire uno stabilimento nella sua terra, in grado di sfornare 1000 kg di pane al giorno.
Dopo le sue interessanti parole sulla panificazione di grani a basso contenuto di glutine, quindi altissima idratazione e lunghe lievitazioni con lievito madre, finalmente arriva un assaggio: il famoso pane di solina, una fetta tagliata molto spessa per un discorso legato al rapporto tra crosta e mollica, da sempre oggetto di discussione, e con un’alveolatura fantastica nonché una crosta super croccante. Ottimo!
Niko lascia la parola a Marcello Spadone e il figlio Mattia, gestori de “La Bandiera” di Civitella Casanova (PE) ristornate che fonda le sua cucina sulla tradizione, i prodotti a km 0 e l’orto di famiglia!
Marcello presenta un ottimo carciofo cotto a bassa temperatura, laccato con un’estratto delle foglie di scarto e finito su una griglia per un sapore leggermente affumicato.
Della serie non si spreca nulla! Uno chef che vale riesce a utilizzare tutte le parti di un alimento, anche le parti più coriacee.
Marcello ci stupisce poi con un’altra preparazione, un’insolito arrosticino, piatto simbolo della cucina abruzzese, soprattutto della parte pescarese della regione.
Il nome del piatto è “arrosti-gin”, un filetto di carne di pecora infilzato in uno spiedino di sanguinella aromatizzato al Gin, cotto sulla brace e servito con verze affumicate e misticanza; un super omaggio alla loro terra, mecca dell’arrosicino!
Si susseguono poi altri chef abruzzesi anche giovanissimi ma quello che mi ha impressionati di più è stato Antony Genovese, che abruzzese non è… lui ha origini calabresi ma è nato a Parigi, ha girato il mondo e la sua cucina è ricca di spezie usate magistralmente e ha grandi influenze orientali, frutto dei sui lunghi viaggi.
Antony prepara un piccione favoloso, due giorni di preparazione con una tecnica mostruosa.
Vi lascio immaginare i sapori e i profumi attraverso qualche scatto di reportage!